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In un angolo dimenticato di una soffitta inglese, tra vecchi scatoloni e oggetti polverosi, sono emersi alcuni dei manoscritti più significativi del XX secolo. Si tratta di documenti originali di Alan Turing, il matematico britannico considerato il padre dell’intelligenza artificiale. Questi quaderni, che rischiavano di essere distrutti, sono stati salvati grazie all’intervento tempestivo dei nipoti di Norman Routledge, un collega di Turing. La scoperta non solo ha impedito la perdita di preziosi pezzi di storia, ma ha anche riacceso l’interesse per il lavoro di Turing e il suo impatto duraturo sulla scienza e sulla tecnologia.

Tra i documenti ritrovati spiccano la copia personale e firmata della sua tesi di dottorato del 1938, “Sistemi di logica basati sugli ordinali”, e l’articolo del 1936 “Sui numeri computabili”, noto anche come “La dimostrazione di Turing”. Quest’ultimo è considerato il primo manuale di programmazione dell’era informatica, introducendo al mondo l’idea di una macchina di calcolo universale. Tuttavia, la scoperta più sorprendente riguarda il progetto “Delilah”, un sistema di cifratura vocale portatile sviluppato da Turing durante la Seconda Guerra Mondiale. I quaderni contengono appunti inediti e dettagli tecnici che offrono una nuova prospettiva sul lato ingegneristico del lavoro di Turing.

Questi documenti, descritti come “estratti”, erano stati originariamente donati dalla madre di Turing, Ethel, all’amico e collega matematico Norman Routledge. Dopo la morte di Routledge nel 2013, i suoi familiari avevano il compito di svuotare la sua casa. Una delle sorelle aveva messo da parte molti documenti personali, riponendoli in soffitta. Dieci anni dopo, quando la donna è stata trasferita in una casa di cura, le figlie hanno trovato quei documenti e, pensando fossero vecchie scartoffie, avevano deciso di buttarli. Fortunatamente, prima di farlo, si sono consultate con i nipoti di Norman, evitando così la distruzione di questi tesori storici.

La vendita all’asta di questi documenti ha suscitato un grande interesse. La copia firmata della tesi di dottorato è stata venduta per 150.000 dollari, mentre l’articolo “Sui numeri computabili” ha raggiunto i 280.000 dollari. Il banditore Charles Hanson ha dichiarato che alcuni degli oggetti erano tra i “più importanti” che abbia mai venduto. Questi articoli, noti come “estratti”, erano stati originariamente donati dalla madre di Turing, Ethel, all’amico del figlio e collega matematico Norman Routledge. Quando costui morì nel 2013, due delle sue sorelle ebbero il compito di svuotare casa sua. Una di loro portò via molti documenti personali, li mise in una soffitta e lì quelle carte rimasero fino a quando la donna fu trasferita dieci anni dopo in una casa di cura. A quel punto furono le sue figlie a imbattersi nei documenti e, pensando si trattasse di vecchie scartoffie, avevano deciso di buttarli. Fortunatamente, prima di farlo, si sono consultate con i nipoti di Norman, evitando così la distruzione di questi tesori storici.

Questa scoperta non solo ha impedito la perdita di preziosi pezzi di storia, ma ha anche riacceso l’interesse per il lavoro di Turing e il suo impatto duraturo sulla scienza e sulla tecnologia. In un mondo sempre più dominato dall’intelligenza artificiale, il ritorno di questi manoscritti ci ricorda l’importanza di preservare la memoria storica e di riconoscere il contributo di coloro che hanno gettato le basi per le innovazioni odierne.

Di Fantasy