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Nel turbolento e ipercompetitivo mondo delle agenzie di viaggio online (OTA), l’avvento dell’intelligenza artificiale generativa e, in particolare, degli “agenti IA” autonomi ha sollevato non poche preoccupazioni, sfiorando persino la minaccia esistenziale. Questi assistenti digitali, capaci di comprendere le intenzioni complesse dei viaggiatori e di eseguire prenotazioni in modo indipendente, potrebbero teoricamente bypassare l’intermediazione delle grandi piattaforme, favorendo un contatto diretto tra i clienti e i fornitori di servizi, come hotel e compagnie aeree. Di fronte a questo scenario, la risposta di Booking.com non è stata quella di un panico difensivo, bensì l’adozione di una strategia di integrazione dell’IA che si definisce, nel linguaggio dei suoi vertici, come disciplinata, modulare e già in grado di produrre risultati tangibili.

La piattaforma ha riconosciuto nell’IA non una semplice moda tecnologica da inseguire, ma uno strumento fondamentale per ristrutturare l’intera catena del valore, dal funnel di ispirazione fino alla conversione. L’approccio di Booking.com si articola su tre pilastri operativi principali, dimostrando come l’impiego dell’intelligenza artificiale non sia limitato all’interazione con l’utente finale, ma sia profondamente radicato nelle infrastrutture aziendali. Il primo segmento riguarda l’aumento della produttività interna. Strumenti di IA assistono gli ingegneri del software attraverso coding assistants, riducendo i tempi di sviluppo e liberando risorse umane per compiti a più alto valore strategico. L’uso diffuso di assistenti IA tra i dipendenti mira a ottimizzare i flussi di lavoro, includendo la riduzione dei tempi nelle chiamate di assistenza clienti, migliorando l’efficienza complessiva dell’organizzazione.

Il secondo pilastro è focalizzato sul potenziamento dei modelli di machine learning esistenti. L’IA generativa rende questi modelli più agili e reattivi, consentendo adattamenti più rapidi ai cambiamenti del mercato e, soprattutto, garantendo risultati di ricerca e raccomandazioni più accurate per gli utenti. L’accuratezza e la velocità nella gestione dei dati sono fondamentali per un’azienda che opera su scala globale e gestisce un inventario vastissimo di alloggi e servizi. Infine, il terzo e più visibile pilastro è l’obiettivo di comprendere in modo più profondo e granulare le intenzioni del viaggiatore, al fine di semplificare le transazioni sulla piattaforma.

È proprio in quest’ultima area che l’approccio modulare e incentrato sul cliente dell’OTA si manifesta con maggiore chiarezza. L’IA viene impiegata per personalizzare l’esperienza di navigazione in modi un tempo impensabili. Ad esempio, l’intelligenza artificiale è in grado di riconoscere se un utente è una donna che viaggia da sola, una coppia in cerca di una fuga romantica o una famiglia con bambini piccoli. Basandosi su questa comprensione affinata, la piattaforma è in grado di mostrare descrizioni delle strutture ricettive che evidenziano i contenuti più pertinenti per quel profilo specifico, rendendo l’esperienza di ricerca non solo più efficiente, ma anche più emotivamente risonante e mirata.

Tra le innovazioni più significative spicca l’AI Trip Planner, uno strumento conversazionale che non si limita a fornire una lista di alloggi, ma offre consigli personalizzati su destinazioni e attività. Questa funzionalità, lanciata in mercati chiave, rappresenta un passo avanti verso la creazione di un’esperienza di pianificazione del viaggio fluida e integrata. Altre funzionalità basate sull’IA, come lo Smart Filter, permettono ai viaggiatori di descrivere la loro proprietà ideale con linguaggio naturale, con l’IA che analizza l’inventario per applicare automaticamente i filtri più appropriati. Similmente, il Property Q&A consente agli utenti di porre domande specifiche su un alloggio, con l’IA che recupera le risposte in tempo reale da descrizioni, recensioni e foto.

La strategia di Booking.com, pur riconoscendo la potenza dei grandi modelli linguistici (LLM) sviluppati da giganti esterni come OpenAI o Google, è focalizzata sull’utilizzo di questi modelli in un quadro proprietario. Come ha sottolineato il CEO, Glenn Fogel, l’azienda non ha l’obiettivo di competere nello sviluppo dei modelli di base, ma di lavorare in stretta collaborazione con i leader del settore per sfruttare la tecnologia in un modo che massimizzi il valore per i propri clienti e partner. Questa posizione strategica mira a trasformare l’incertezza in una leva di crescita, posizionando l’azienda non come un ostacolo, ma come il mediatore indispensabile che, grazie alla sua profonda conoscenza dei dati di viaggio e delle abitudini degli utenti, è in grado di fornire un modello di IA addestrato specificamente per il settore hospitality.

Di Fantasy