Il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti (DOJ) ha annunciato che intende costringere Google a vendere alcune delle sue divisioni aziendali per affrontare il monopolio della ricerca. Inoltre, l’agenzia vuole impedire l’uso dei dati raccolti dalle ricerche per l’addestramento dei modelli di intelligenza artificiale (AI).
Secondo quanto riportato da Bloomberg e CNBC il 9 ottobre, il Dipartimento di Giustizia ha presentato raccomandazioni a un giudice federale per limitare il monopolio di Google nel settore della ricerca.
Un tribunale statunitense ha stabilito che Google detiene un monopolio nel mercato delle ricerche a seguito di una denuncia del DOJ. Di conseguenza, la corte esaminerà le misure proposte dal Dipartimento per ripristinare la concorrenza nel mercato.
Il DOJ ha dichiarato che le soluzioni per prevenire e limitare il mantenimento dei monopoli potrebbero includere divieti contrattuali, misure antidiscriminatorie, e richieste di interoperabilità e separazione di alcune attività di Google.
L’agenzia ha anche specificato che sta considerando misure comportamentali e strutturali per evitare che Google utilizzi i suoi prodotti, come Chrome e il Play Store, per ottenere vantaggi competitivi nel mercato della ricerca e in nuovi servizi legati all’AI.
Google ha risposto sostenendo che la sua “Panoramica AI” dimostra prestazioni superiori rispetto ad altre aziende grazie all’uso dei dati di ricerca. Il Dipartimento di Giustizia ha prontamente sottolineato questo punto.
Inoltre, il DOJ propone di vietare a Google di pagare ingenti somme per diventare il motore di ricerca predefinito sui dispositivi Apple e Samsung, limitando così anche gli investimenti di Google in potenziali concorrenti.
La corte esaminerà la ragionevolezza delle azioni del Dipartimento di Giustizia e prevede di emettere misure specifiche nell’agosto del prossimo anno. Tuttavia, poiché Google ha annunciato l’intenzione di fare appello, ci vorranno probabilmente anni prima di avere una sentenza definitiva.
Google ha criticato la proposta del DOJ, definendola “radicale” e avvertendo che potrebbe avere conseguenze significative e inaspettate per consumatori, imprese e competitività negli Stati Uniti.