EyeSyn simula i movimenti dell’occhio umano per potenziare il Metaverso
La piattaforma virtuale simula il modo in cui gli esseri umani guardano il mondo, consentendo alle aziende di addestrare meglio i programmi AR/VR.
 
Gli ingegneri informatici della Duke University e della TU Delft hanno sviluppato occhi virtuali in grado di simulare il modo in cui gli esseri umani guardano il mondo in modo sufficientemente accurato da consentire alle aziende di addestrare applicazioni di realtà virtuale e aumentata. Conosciuta come EyeSyn, la piattaforma virtuale replica il modo in cui gli occhi umani tracciano gli stimoli, che gli sviluppatori possono utilizzare per costruire il metaverso. Questi stimoli possono essere qualsiasi cosa: impegnarsi in conversazioni, visualizzare dipinti nelle gallerie d’arte o acquistare prodotti online.

“Se sei interessato a rilevare se una persona sta leggendo un fumetto o una letteratura avanzata guardando i propri occhi da solo, puoi farlo”, afferma Maria Gorlatova, professoressa di ingegneria elettrica e informatica alla Duke. “Ma l’addestramento di questo tipo di algoritmo richiede i dati di centinaia di persone che indossano cuffie per ore alla volta. Volevamo sviluppare un software che non solo riducesse i problemi di privacy che derivano dalla raccolta di questo tipo di dati, ma consentisse anche alle aziende più piccole che non dispongono di quei livelli di risorse di entrare nel gioco del metaverso”.

Invece di utilizzare gli occhi umani, il team ha creato un set virtuale alimentando i modelli di sistema per i tipici schemi di movimento degli occhi, come leggere testi, guardare video e coinvolgere le persone in conversazioni. EyeSyn impara quindi a riconoscere e abbinare quei modelli e usa quei dati per indovinare cosa stanno facendo o vedendo gli esseri umani. Secondo gli ingegneri, il processo rimuove alcuni dei problemi di privacy associati all’acquisizione di grandi quantità di dati biometrici per l’addestramento degli algoritmi.


Poiché il sistema EyeSyn si basa su modelli anziché su grandi set di dati basati su cloud pieni di movimenti oculari umani, l’intrusione nella privacy è minima. Ciò rende anche la piattaforma meno dispendiosa in termini di risorse, consentendo agli sviluppatori più piccoli di attingere a tali risorse e di eseguire il rendering di ambienti virtuali senza grandi quantità di potenza di calcolo.

Di ihal