Nell’automotive e nella mobilità connessa, l’annuncio fatto da General Motors (GM) rappresenta un momento che va oltre la semplice aggiunta di funzionalità digitali nel veicolo: si tratta di un cambio di paradigma. Il colosso statunitense ha infatti dichiarato che, a partire dal 2026, integrerà la piattaforma conversazionale basata su generative AI di Google, denominata Google Gemini, in tutti i modelli – auto, suv e pickup – in commercio.
La collaborazione tra GM e Google non è nuova: già dal 2019 le due aziende avevano avviato un impegno comune affinché i veicoli GM potessero ospitare i servizi “Google Built-in” (assistente Google, Google Maps, Google Play) integrati nel sistema del veicolo.
Ma con l’introduzione di Google Gemini, GM compie un passo ulteriore: dall’interazione vocale semplice (comandi pre-definiti, navigazione, musica) si passa a un assistente conversazionale che comprende il contesto, sostiene conversazioni multiple, ragiona e risponde in modo molto più naturale.
Immaginate di salire in auto e dire: «Ehi, invia un messaggio a Marco dicendo che sono in ritardo e possibilmente passa per una pompa di ricarica sulla via verso il centro città». L’auto risponde, cerca la stazione di ricarica più comoda in base al tuo percorso, segnala tempo e traffico, manda il messaggio e ti chiede se vuoi anche che venga segnalata un’area relax lungo il tragitto. Tutto senza dover digitare nulla. Ecco il salto che GM intende fare. Non più pulsanti o menu complessi, ma interazione naturale, contestuale, assistita da intelligenza artificiale generativa.
Nel contesto dell’evento “GM Forward” tenutosi a New York, l’azienda ha illustrato come questa integrazione rientri in una strategia più ampia di software e AI che presto includerà anche sistemi di guida automatica “eyes-off, hands-off” (occhi liberi, mani libere) dal 2028 in una versione iniziale del SUV elettrico Cadillac Escalade IQ.
Questa scelta di GM va interpretata anche nel più ampio scenario dell’industria automobilistica, che sta iniziando a vedere l’integrazione dell’AI generativa non solo come “value-added feature” ma come vero divisore competitivo. Alcuni costruttori – come Mercedes‑Benz con il suo sistema MBUX Virtual Assistant – stanno già esplorando interfacce conversazionali avanzate. Altri, come Stellantis, hanno stretto partnership con realtà di AI quali Mistral AI per dare vita a “smart voice assistants” su scala multi-brand.
Ma naturalmente questo salto avanti porta con sé anche questioni importanti. Prima fra tutte la privacy e il trattamento dei dati: GM non ha ancora svelato i dettagli tecnici su come funzionerà l’elaborazione – se “on-board” (nel veicolo) oppure in “cloud” –, né come verranno gestiti i dati personali, le richieste conversazionali, e l’integrazione con l’assistente d’emergenza OnStar.
Inoltre, in un periodo in cui le vendite di veicoli elettrici stanno rallentando e la competizione fra costruttori si fa più dura, GM sceglie di spostare l’attenzione dagli hardware (batterie, motori elettrici) verso esperienze digitali intelligenti che possono essere aggiornate over-the-air e magari monetizzate tramite abbonamenti. Questo cambio di approccio sottolinea che, nel prossimo futuro, l’auto non sarà solo un mezzo di trasporto ma anche un “device intelligente” su ruote, parte integrante dell’ecosistema digitale del guidatore.