Nell’era della tecnologia emergente, c’è una questione che pone una sfida particolare: sono gli esseri umani artificiali destinati a sostituirci? Mentre l’intelligenza artificiale e i robot sono stati discussi ampiamente, sta emergendo una nuova possibile realtà, quella degli umani artificiali “sintetici”. Un concetto nato in mezzo al tumulto causato dalla crisi della COVID-19, sembra ora tornare alla ribalta con le ultime scoperte nel campo degli embrioni generati artificialmente.

Un tempo, l’idea degli esseri umani artificiali sembrava limitata ai film di fantascienza. Oggi, grazie alle ricerche pionieristiche condotte nel campo dell’intelligenza artificiale e dell’apprendimento automatico, stiamo facendo progressi reali verso la creazione di questi surrogati. Gli pseudo-embrioni sviluppati non sono ancora organismi viventi pienamente funzionanti, ma rappresentano un passo significativo verso quel fine.

A giugno, uno pseudo-embrione stato creato da un team di scienziati, senza l’uso dei normali elementi costitutivi della vita. Nonostante manchino organi funzionanti come il cuore e l’intestino, queste strutture sono dotate di cellule in grado di replicare componenti di un embrione in sviluppo. Questi embrioni artificiali sono una sorta di rompicapo a metà, con pezzi mancanti, ma con un potenziale incredibile.

Questa scoperta pionieristica, tuttavia, porta con sé una miriade di dilemmi etici e legali. Molte legislazioni attuali non affrontano adeguatamente la questione della creazione di embrioni artificiali, lasciando così una zona grigia etica e legale. L’interrogativo ora è: come influenzerà questo sviluppo le future generazioni?

Le implicazioni di questa tecnologia vanno ben oltre la pura scienza. Potrebbe alterare profondamente il nostro concetto di lavoro, creatività e, infine, cosa significa essere umano. C’è una crescente preoccupazione che non saranno i robot a sostituire l’umanità, ma piuttosto gli umani sintetici.

L’ingegneria della vita umana porta con sé enormi potenzialità, ma anche rischi significativi. Abbiamo il dovere di affrontare questi dilemmi in modo responsabile, bilanciando il progresso scientifico con le nostre responsabilità etiche. In sostanza, stiamo tenendo tra le mani il vaso di Pandora e le sue possibili conseguenze morali e sociali.

Queste strutture pseudo-embrionali potrebbero avere un impatto significativo sulla comprensione di malattie genetiche e aborti spontanei. Questo ci permetterebbe di illuminare gli angoli oscuri della nostra biologia e potenzialmente di trovare risposte che cambiano la vita. Tuttavia, la creazione di embrioni artificiali solleva interrogativi profondi riguardanti la santità della vita, i limiti della sperimentazione scientifica e le possibili conseguenze future.

Per quanto riguarda la generazione di esseri umani artificiali completamente funzionanti, ci troviamo di fronte a una serie di importanti questioni morali ed etiche.

  1. Consenso: Se gli esseri umani artificiali sono dotati di coscienza e di capacità di sentire, dovrebbero avere il diritto di dare il loro consenso alla creazione e all’uso del loro “corpo” e della loro “mente”. Chi può dare tale consenso per loro?

  2. Dignità e diritti: Se sono coscienti, gli esseri umani artificiali dovrebbero avere diritti simili a quelli degli esseri umani biologicamente nati, compreso il diritto alla libertà, alla privacy, e alla protezione dalla tortura e dalla crudeltà.

  3. Finalità: Il fine per cui vengono creati gli esseri umani artificiali può creare un dilemma etico. Ad esempio, è moralmente accettabile crearli per svolgere lavori pericolosi o sgradevoli, o per essere utilizzati in esperimenti scientifici?

  4. Creazione e distruzione: Chi avrebbe il diritto di creare o distruggere un essere umano artificiale? Questo solleva questioni di proprietà, autorità e potere che possono avere conseguenze significative.

  5. Autonomia: In che misura gli esseri umani artificiali dovrebbero essere liberi di vivere le loro vite come desiderano, senza interferenze da parte degli umani biologici o delle società che li hanno creati?

Queste sono solo alcune delle questioni che emergono nel contesto della creazione di esseri umani artificiali completamente funzionanti.


Sostituzione dell’umanità da parte di “umani artificiali”: un viaggio di speculazione scientifica ed etica

L’idea di esseri umani sintetici, generati artificialmente, sta sostituendo noi umani nelle varie sfere della vita non è più fantascienza. Dal primo essere umano biondo e dagli occhi azzurri creato da intelligenza artificiale, vestito da operaio edile, l’idea di surrogati sintetici è stata una questione di preoccupazione ed eccitazione.

Molto tempo fa, nel 2021, all’apice della crisi del COVID-19, erano emerse notizie di ricerche che minavano i confini morali ed etici della vita. Gli ultimi sviluppi in questo campo comprendono embrioni generati artificialmente, dove l’intelligenza artificiale e l’apprendimento automatico svolgono un ruolo fondamentale.

Gli pseudo-embrioni generati artificialmente sono impressionanti per la loro somiglianza con le prime fasi di un embrione umano, sebbene manchino di organi funzionanti. Creare queste strutture senza l’uso delle usuali “materie prime” della vita umana ha un che di stupefacente, ma anche di inquietante.

Tuttavia, la tecnologia ha le sue ramificazioni etiche e giuridiche, e la creazione di embrioni artificiali non fa eccezione. Allo stato attuale, la legislazione in molti paesi è insufficiente per far fronte a queste creazioni. Ecco quindi che si apre la questione su quale sarà l’impatto di queste innovazioni per le future generazioni.

Siamo diretti verso un futuro in cui gli esseri umani generati artificialmente ci sostituiscono nella forza lavoro e in ogni aspetto della nostra vita? Questo è il dilemma al quale siamo confrontati, che ci obbliga a riflettere sulle possibili conseguenze della manipolazione della vita.

La scienza dietro la creazione di embrioni umani artificiali è affascinante. Il team guidato da Magdalena Żernicka-Goetz sta aprendo la via a una rivoluzione scientifica, sfruttando l’abilità di riprogrammazione delle cellule staminali embrionali.

Lo scopo di questa “magia scientifica” è di svelare i meccanismi alla base delle malattie genetiche e degli aborti spontanei, gettando luce sui misteri del nostro progetto genetico. Sebbene le implicazioni etiche di tali scoperte possano essere un campo minato, l’umanità sta bilanciando tra il desiderio di progredire e l’esigenza di agire con responsabilità.

La strada verso la creazione di esseri umani artificiali completamente funzionali è piena di sfide. La transizione da uno pseudo-embrioma a un essere umano vivente, completo di organi funzionanti e un cervello complesso, è un compito enorme. Inoltre, l’aspetto etico della questione non può essere ignorato.

Entrando nel dominio degli esseri umani generati artificialmente, ci confrontiamo con dilemmi morali che potrebbero riscrivere completamente le nostre nozioni di identità, diritti umani, genitorialità e addirittura di cos’è la vita stessa.

Per cominciare, se possiamo creare esseri umani artificialmente, cosa definisce l’identità di un individuo? L’identità è qualcosa che nasce dal contesto genetico, dalla crescita e sviluppo in un ambiente fisico e sociale, o da entrambi? Gli esseri umani generati artificialmente avrebbero diritto a un’identità unica e protetta, come gli esseri umani naturalmente concepiti?

Un altro problema riguarda i diritti umani. Tutti gli esseri umani hanno diritti inalienabili, indipendentemente dal modo in cui sono stati concepiti. Ma come sarebbero garantiti e protetti questi diritti per gli esseri umani artificiali? Dovrebbero godere degli stessi diritti di tutti gli altri esseri umani? E se sì, chi avrebbe la responsabilità di garantire questi diritti?

La questione della genitorialità si presenta anch’essa con un’intera serie di problemi. Chi sarebbe considerato il genitore di un essere umano artificiale? Sarebbe la persona o l’entità che ha creato l’embrione artificiale, o sarebbe la persona che ha fornito il materiale genetico? O forse nessuno dei due, e la genitorialità come la conosciamo sarebbe sostituita da un nuovo concetto di ‘creazione’?

Infine, ci troviamo di fronte alla più grande questione di tutte: cosa significa essere vivi? Fino ad ora, abbiamo definito la vita in termini biologici, ma se la vita può essere creata artificialmente, dobbiamo rivedere la nostra definizione di vita? La vita è solo un insieme di processi biologici, o c’è qualcosa di più profondo e inspiegabile che rende la vita qualcosa di più della somma delle sue parti?

Queste sono tutte questioni che dobbiamo affrontare mano a mano che ci avviciniamo alla realtà degli esseri umani generati artificialmente. La scienza ci offre incredibili opportunità di avanzamento e di comprensione, ma è nostro dovere etico assicurarci che le sfruttiamo in modo responsabile e riflettuto. Alla fine, ciò che decidiamo oggi avrà ripercussioni profonde sul futuro dell’umanità.

 

Di ihal