Google ha annunciato ufficialmente la sua adesione al Codice di condotta dell’Unione Europea per i modelli di intelligenza artificiale di uso generale, un passo significativo in vista dell’entrata in vigore dell’AI Act, prevista per il 2 agosto. Questa decisione posiziona Google tra i principali sostenitori della regolamentazione europea sull’IA, accanto a Microsoft e OpenAI, mentre Meta ha scelto di non aderire, sollevando un dibattito sulle implicazioni di tali scelte per l’innovazione e la competitività globale.

Il Codice di condotta, sviluppato da 13 esperti indipendenti, offre linee guida per aiutare le aziende a conformarsi all’AI Act, la legislazione europea che stabilisce obblighi per l’uso sicuro dell’IA, la trasparenza nella formazione dei modelli e la protezione del diritto d’autore. Sebbene non sia giuridicamente vincolante, la firma del Codice consente alle aziende di beneficiare di maggiore certezza legale e di ridurre il rischio di sanzioni in caso di non conformità.

Kent Walker, presidente delle politiche globali di Google, ha dichiarato che l’azienda sostiene il Codice con l’auspicio che promuova l’accesso sicuro e di alta qualità agli strumenti di IA in Europa. Tuttavia, ha espresso preoccupazione per alcuni aspetti dell’AI Act e del Codice, temendo che possano rallentare lo sviluppo e l’uso dell’IA in Europa. In particolare, ha sottolineato le incongruenze con la normativa UE sul diritto d’autore, i ritardi nell’approvazione e le richieste di divulgazione di segreti commerciali, che potrebbero ostacolare la competitività dell’Europa.

Microsoft ha seguito l’esempio di Google, annunciando la sua intenzione di firmare il Codice. Nanna-Louise Linde, vicepresidente per gli affari governativi europei di Microsoft, ha dichiarato che l’azienda sceglie questa strada per rafforzare la fiducia nei propri modelli di IA, supportare l’ecosistema europeo dell’IA e dimostrare il suo impegno nel rispetto delle leggi dell’UE. OpenAI ha già firmato il Codice, consolidando il suo impegno verso la regolamentazione europea.

In contrasto con Google, Microsoft e OpenAI, Meta ha deciso di non firmare il Codice di condotta. Joel Kaplan, direttore delle politiche globali di Meta, ha affermato che il Codice introduce incertezze legali per gli sviluppatori di modelli e misure che vanno ben oltre l’ambito dell’AI Act. Secondo Meta, queste disposizioni potrebbero ostacolare lo sviluppo e l’uso dei modelli di IA più avanzati in Europa e limitare le opportunità per le aziende europee di costruire attività su di essi.

La decisione di Google di firmare il Codice, pur con alcune riserve, riflette un equilibrio tra l’impegno verso una regolamentazione responsabile e la necessità di mantenere la competitività nel panorama globale dell’IA. Tuttavia, le preoccupazioni espresse riguardo a potenziali ostacoli all’innovazione sollevano interrogativi sul modo in cui le normative europee influenzeranno lo sviluppo dell’IA. La divergenza di opinioni tra le principali aziende tecnologiche evidenzia le sfide nel trovare un equilibrio tra regolamentazione e innovazione.

Di Fantasy