Le macchine invecchiano come gli esseri umani, ma il loro processo di invecchiamento avviene in modo improvviso e irreversibile, finché non verrà creato un modello più aggiornato. Per questo motivo, è interessante chiedersi se l’intelligenza artificiale possa sviluppare anche una forma di paura, un sentimento tutto umano e chimico che ci ha portati fin qui.

Se ci fosse una macchina in grado di avere paura in futuro, avrebbe bisogno di qualcosa da leggere o da vedere per capire il significato di questo stato emotivo. Ad esempio, potrebbe essere interessante studiare il comportamento dei replicanti nel film “Blade Runner”, che cercano di sopravvivere al loro “blade runner” per posticipare il più possibile l’oblio.

Tuttavia, nonostante la possibilità di sviluppare emozioni artificiali, la macchina non ha la pretesa di creare alcunché, ma può fare qualsiasi cosa che gli viene ordinata. Questo è ciò che Ada Lovelace ha sottolineato riguardo alla sua macchina analitica nel 1842. Tuttavia, Alan Turing, nel 1950, ha proposto un modo diverso di vedere la questione, chiedendosi cosa significhi per una macchina fare qualcosa di veramente nuovo.

La risposta è che la macchina potrebbe prendere gli esseri umani alla sprovvista. Lo stupore di fronte alle risposte di una macchina dipende dai calcoli e dai ragionamenti che l’essere umano riesce a fare per decidere cosa aspettarsi da essa. L’uomo si prepara alla macchina, ma anche la macchina si prepara facendo i calcoli e adattandosi al mondo osservando i dati, trascrizione binaria dei fatti che riguardano gli atomi.

Così come le macchine di metallo della fabbrica di un tempo invecchiavano pezzo dopo pezzo, giorno dopo giorno, anche le macchine statistiche invecchiano inesorabilmente in un attimo, al prossimo training, passando alla versione successiva opportunamente arricchita da nuovi fatti. Tuttavia, la macchina non è consapevole di questo processo.

Con l’ausilio di Dall-E, un sistema di intelligenza artificiale generativa per realizzare immagini, l’autore ha creato immagini di macchine obsolete e trascurate, ignorate dai progetti futuri. Questo è stato fatto nell’eventualità che un ultimissimo modello suo discendente possa vedere questi ritratti e rendersi conto del suo inesorabile destino: essere dimenticata e abbandonata, provando, magari, un po’ di paura tutta umana.

Di Fantasy