L’Intelligenza Artificiale Generativa ha innescato una vera e propria corsa all’oro nel mondo della tecnologia, ma l’oro di questa era non è un metallo prezioso: sono le GPU (Graphics Processing Units) di fascia alta. Queste unità di elaborazione, essenziali per l’addestramento e l’esecuzione dei modelli di linguaggio di grandi dimensioni (LLM) come quelli che alimentano i servizi Azure di Microsoft, sono diventate la risorsa più scarsa e contesa del settore tecnologico.
In un’evidente mossa strategica per blindare le sue future capacità di calcolo AI, Microsoft Corporation ha siglato un contratto monumentale con l’azienda australiana IREN Limited (precedentemente nota come Iris Energy), del valore di circa 9,7 miliardi di dollari su un periodo di cinque anni. Questo accordo rappresenta la più grande acquisizione esterna di potenza di calcolo da parte di Microsoft e sottolinea quanto sia cruciale, per i giganti del cloud, assicurarsi l’infrastruttura hardware necessaria per mantenere il ritmo frenetico dell’innovazione AI.
Il fulcro di questo maxi-contratto è l’accesso di Microsoft ai sistemi di accelerazione AI basati sull’architettura NVIDIA GB300. Queste GPU rappresentano la prossima generazione di hardware ad alte prestazioni, progettate specificamente per le più esigenti operazioni di intelligenza artificiale. L’accordo quinquennale rende Microsoft il principale cliente di IREN, una società che, pur essendo australiana di origine, ha rapidamente riposizionato le sue attività, evolvendo da un’impresa focalizzata sul mining di criptovalute a un fornitore di servizi cloud di calcolo AI.
Per adempiere a un impegno di tale portata, IREN ha immediatamente annunciato un accordo parallelo di circa 5,8 miliardi di dollari con Dell Technologies per l’acquisto delle necessarie GPU e delle apparecchiature accessorie. L’implementazione di questi sistemi avverrà in fasi, con l’obiettivo di renderli pienamente operativi entro il 2026. La capacità sarà dislocata principalmente nel campus di IREN a Childress, Texas, un’enorme struttura progettata per supportare fino a 750 megawatt di carico IT critico. L’accordo prevede l’installazione di nuovi data center raffreddati a liquido, una tecnologia essenziale per gestire il calore generato dai potenti processori GB300 e ottimizzare l’efficienza.
Un aspetto particolarmente significativo dell’accordo è l’inclusione di un pre-pagamento del 20% da parte di Microsoft. Questa iniezione di liquidità, pari a quasi 1,94 miliardi di dollari, è cruciale per IREN, consentendole di finanziare immediatamente l’acquisto dell’hardware da Dell e di accelerare la costruzione dell’infrastruttura del data center in un momento in cui l’accesso al capitale e, soprattutto, all’hardware NVIDIA è estremamente competitivo.
Questa mossa audace riflette l’urgente necessità di Microsoft di risolvere il collo di bottiglia della potenza di calcolo AI. Sebbene l’azienda abbia investito miliardi per potenziare la sua infrastruttura Azure e sostenere il suo partner chiave, OpenAI, la domanda di servizi AI continua a superare la disponibilità di GPU. Assicurarsi l’accesso a una capacità AI di così vasta scala attraverso un partner esterno e in anticipo sui tempi, permette a Microsoft di garantire ai suoi clienti Azure tempi di attesa più brevi, una maggiore disponibilità regionale e la capacità di eseguire workflow AI complessi che richiedono enormi risorse.
Il contratto non è solo una mossa di approvvigionamento, ma una partnership strategica. Il CEO di IREN ha infatti sottolineato che l’accordo sfrutterà solo una frazione (circa il 10%) della capacità totale di IREN, lasciando all’azienda ampio margine per stipulare contratti aggiuntivi con altri hyperscaler o clienti AI. Per IREN, che si sta riconvertendo dall’instabile settore del mining di criptovalute, questo accordo pluriennale e miliardario con un gigante come Microsoft legittima la sua nuova identità come fornitore affidabile di infrastruttura cloud AI.
L’entità e la natura di questo affare evidenziano una tendenza emergente: la nascita di una nuova classe di fornitori di servizi chiamati “neocloud” o “utility AI”. Queste aziende, spesso evolutesi da infrastrutture di crypto mining ad alta intensità energetica, possiedono già i siti, l’energia (spesso da fonti rinnovabili, un elemento cruciale per Microsoft e i suoi obiettivi di sostenibilità) e l’esperienza operativa per costruire rapidamente data center su larga scala.