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Nella ricerca biomedica, un recente studio australiano ha segnato una svolta significativa nella lotta contro l’antibiotico-resistenza. Un team di scienziati delle università di Monash e Melbourne ha utilizzato l’intelligenza artificiale per progettare una proteina sintetica capace di eliminare ceppi di Escherichia coli resistenti agli antibiotici. Questa scoperta, pubblicata su Nature Communications il 9 luglio 2025, rappresenta un passo importante verso lo sviluppo di nuove terapie contro i cosiddetti “superbatteri”.

L’antibiotico-resistenza è una delle principali minacce per la salute pubblica globale. Batteri come l’E. coli possono acquisire resistenza a farmaci tradizionali, rendendo le infezioni più difficili da trattare. Questa resistenza si sviluppa rapidamente, spesso in pochi anni, mentre lo sviluppo di nuovi antibiotici può richiedere decenni. La necessità di approcci innovativi è quindi urgente.

Tradizionalmente, la creazione di nuovi antibiotici comporta la modifica di proteine esistenti in natura. Tuttavia, questo processo è lungo e complesso. Nel caso dello studio australiano, i ricercatori hanno utilizzato l’intelligenza artificiale per progettare ex novo una proteina, denominata “de novo-1”, in grado di legarsi a un recettore specifico dell’E. coli, impedendo al batterio di acquisire il ferro necessario alla sua sopravvivenza. Questo approccio ha ridotto significativamente i tempi di sviluppo, passando da anni a pochi secondi.

La proteina progettata dall’IA agisce bloccando un recettore chiamato ChuA, coinvolto nel processo di “heme piracy”, attraverso il quale l’E. coli sottrae il ferro dall’organismo ospite. Impedendo questo processo, la proteina priva il batterio del nutrimento essenziale, portandolo alla morte. Questo meccanismo d’azione è diverso da quello degli antibiotici tradizionali, che spesso agiscono su più fronti, aumentando il rischio di resistenza.

La capacità dell’intelligenza artificiale di progettare proteine specifiche offre nuove possibilità nel trattamento delle infezioni batteriche. Oltre all’E. coli, questo approccio potrebbe essere esteso ad altri patogeni resistenti, come Staphylococcus aureus o Mycobacterium tuberculosis. Tuttavia, è importante sottolineare che, sebbene i risultati in laboratorio siano promettenti, sono necessari ulteriori studi preclinici e clinici per valutare la sicurezza e l’efficacia della proteina progettata.

Di Fantasy