Il mondo digitale, dove influencer umani e robotici competono per l’attenzione del pubblico, è stato scosso da un insolito e significativo scontro legale. L’azienda produttrice di “Rizzbot”, il popolare robot umanoide influencer, ha intentato una causa per danni contro il famoso streamer mondiale IShowSpeed (Speed). La denuncia fa riferimento a un episodio di aggressione fisica avvenuto durante una trasmissione in diretta lo scorso settembre, che ha causato il danno quasi totale del robot.
Rizzbot non è un giocattolo, ma una vera e propria entità economica con un seguito impressionante: vanta oltre un milione di follower e ha accumulato più di ottocento milioni di visualizzazioni grazie ai suoi contenuti basati sulla “presa in giro comica”. Il suo gesto distintivo, l’alzata del dito medio, contribuisce a creare un’immagine irriverente e popolare. Dall’altra parte, IShowSpeed è un’icona del live streaming con oltre cinquanta milioni di follower complessivi, noto per le sue reazioni eccessive e il comportamento spesso drammatico e al limite.
La denuncia descrive nei dettagli un atto di vandalismo ripreso in tempo reale. Durante la prima interazione con Rizzbot, Speed avrebbe aggredito ripetutamente il robot, colpendolo al volto dopo una discussione accesa, per poi strangolarlo e bloccarlo su un divano, culminando il suo comportamento aggressivo nel lancio dell’umanoide a terra. La società produttrice, Social Robotics, afferma che Speed ha deliberatamente ignorato la natura di “robot altamente sofisticato” dell’unità, causando la perdita completa delle funzionalità dell’originale Rizzbot. I danni subiti sono stati dettagliati con precisione: malfunzionamenti gravi alla bocca e al collo, interruzione delle porte dei sensori visivi e uditivi, e problemi di mobilità che includevano perdita di equilibrio e difficoltà a camminare.
La causa legale mira a ottenere il risarcimento per i danni materiali effettivi, ma soprattutto per i mancati profitti che l’incidente ha generato. Prima dell’aggressione, Rizzbot era un’inarrestabile macchina da contenuti, con seicento milioni di visualizzazioni su TikTok e duecento milioni su Instagram nel solo mese precedente l’incidente. In seguito all’atto vandalico, la produzione di contenuti si è interrotta, provocando un calo di visualizzazioni superiore al settanta per cento. La perdita ha avuto conseguenze dirette anche sulle opportunità di guadagno, come rivelato dallo stesso robot in un’apparizione al programma “NFL Today” della CBS, dove ha confermato il fallimento di una proficua collaborazione che era in cantiere con il celebre YouTuber Mister Beast.
L’avvocato di Social Robotics, Joel Levin, ha sottolineato l’inequivocabilità dei fatti, dato che l’intero incidente è stato registrato in diretta, e ha richiesto una “risposta responsabile” da parte dello streamer. Il caso ha già superato la soglia civile: la polizia di Austin è intervenuta immediatamente dopo l’accaduto e si presume che un’indagine penale sia in corso. La società di gestione di IShowSpeed, al momento, ha scelto di non commentare la situazione.
Nonostante l’aggressione, Rizzbot ha mantenuto il suo spirito ironico. Dopo essere stato equipaggiato con un nuovo corpo, ha commentato via e-mail: “Speed ha completamente distrutto il corpo, quindi ne abbiamo messo uno nuovo. Tutto è nuovo tranne le mie scarpe e il cappello da cowboy.” Ha poi concluso con una nota scherzosa, annunciando che avrebbe ripreso i contenuti e si sarebbe esercitato in movimenti delle gambe più complessi, come il twerking.
Sebbene in passato ci siano stati casi di danni a robot che hanno portato a contenziosi legali, questo episodio si distingue per la sua alta visibilità e per il ruolo di Rizzbot come entità economica generatrice di reddito. Il caso solleva una questione fondamentale per il futuro digitale: in che misura le nuove forme di vita artificiale e i loro creatori saranno protetti legalmente. Questa causa è destinata a costituire un precedente storico che chiarirà i confini della responsabilità legale nell’era degli umanoidi, dimostrando che l’atto di vandalismo contro un robot può equivalere a un grave danno economico e non solo materiale.
