In Puglia, un recente studio condotto dall’Agenzia Regionale Strategica per la Salute e il Sociale (Aress) ha rivelato che quasi la metà delle prescrizioni di Tac e risonanze magnetiche non rispetta i criteri di appropriatezza.

L’analisi, effettuata su un campione di oltre 17.000 prescrizioni provenienti dalle aziende sanitarie locali di Bari, Foggia e Lecce, ha utilizzato un innovativo sistema basato sull’intelligenza artificiale (IA) per valutare la correttezza delle richieste diagnostiche.

L’algoritmo sviluppato in Puglia ha esaminato le prescrizioni di Tac e risonanze, rilevando che solo il 38,9% di esse rispettava pienamente i criteri di appropriatezza. Il 43% è risultato “generalmente inappropriato”, mentre il restante 18,1% è stato considerato “non appropriato”. Questi risultati indicano una gestione subottimale delle risorse sanitarie, con possibili implicazioni negative per i pazienti e per il sistema sanitario regionale.

Per garantire l’affidabilità dei dati, un gruppo di esperti, tra cui radiologi e medici clinici, ha effettuato una revisione manuale a campione delle prescrizioni analizzate dall’IA. I risultati hanno confermato l’elevata precisione del sistema automatizzato. Il direttore generale dell’Aress, Giovanni Migliore, ha sottolineato l’importanza di integrare l’algoritmo direttamente nei sistemi informatici clinici, come il Cup e i software utilizzati da medici di base e specialisti, per offrire un supporto decisionale immediato al momento della prescrizione.

Le prescrizioni inappropriate comportano rischi per i pazienti, come esposizioni inutili a radiazioni, e contribuiscono all’allungamento delle liste d’attesa. Inoltre, rappresentano un onere economico per il sistema sanitario regionale. L’adozione dell’intelligenza artificiale per ottimizzare le prescrizioni potrebbe migliorare l’efficienza del servizio sanitario, ridurre i costi e garantire una maggiore sicurezza per i pazienti.

Di Fantasy