L’intersezione tra l’industria musicale tradizionale e l’Intelligenza Artificiale generativa ha rappresentato per mesi un campo di battaglia legale e ideologico, con le major discografiche determinate a proteggere i loro cataloghi e le startup di AI desiderose di legittimare i loro modelli di training. Ora, un accordo significativo tra Universal Music Group (UMG), una delle più grandi etichette discografiche del mondo, e la startup di generazione musicale Udio, segna una potenziale svolta, tracciando una nuova rotta per la creazione musicale basata sull’AI, sebbene non priva di controversie.

L’accordo risolve la disputa sul copyright tra UMG e Udio, che era stata innescata dalla massiccia azione legale intentata nel 2024 da etichette di primo piano come UMG, Sony Music e Warner Records contro Udio e la sua concorrente Suno. La tesi delle major era chiara: le aziende di AI avevano addestrato i loro algoritmi utilizzando in modo non autorizzato musica protetta da copyright, un’accusa a cui le startup avevano replicato invocando il fair use (uso legittimo) e denunciando un tentativo di soffocare la concorrenza indipendente.

Ora, la risoluzione con UMG non solo pone fine alla disputa legale tra le due parti, ma getta le basi per il lancio di una nuova piattaforma musicale a pagamento prevista per il prossimo anno. Questa piattaforma sarà significativamente diversa dal modello iniziale di Udio. Il nuovo servizio utilizzerà l’Intelligenza Artificiale per generare musica basata su contenuti protetti da copyright ma debitamente licenziati da UMG.

La mossa più cruciale, e controversa, è il ripensamento della piattaforma in qualcosa di più simile a un servizio di streaming tradizionale. Di conseguenza, Udio ha rimosso due funzionalità precedentemente centrali: non è più possibile scaricare i brani creati in precedenza dagli utenti né è consentito caricarli su servizi di streaming esterni. Udio ha giustificato la decisione come una scelta “necessaria per la prossima fase della piattaforma e per le nuove esperienze”, ammettendo che non si è trattato di una decisione facile.

Per UMG, la collaborazione con Udio rappresenta un’accettazione pragmatica e strategica dell’AI, trasformando un potenziale avversario in un partner regolamentato. Il presidente di UMG, Lucian Grainge, ha sottolineato come questo accordo dimostri l’impegno dell’etichetta nell’abbracciare le nuove tecnologie e nello sviluppare modelli di business innovativi, garantendo al contempo una direzione equa per artisti e cantautori. Andrew Sanchez, CEO di Udio, ha fatto eco a questo sentimento, affermando che la collaborazione getta le basi tecnologiche e commerciali per espandere radicalmente le possibilità di creazione e coinvolgimento musicale.

L’implicazione è che, invece di permettere all’AI di agire come una fucina incontrollata di contenuti che possono essere distribuiti liberamente e potenzialmente in competizione con i cataloghi esistenti, la musica generata dall’AI viene incanalata in un ecosistema chiuso e a pagamento. L’accesso alla generazione è vincolato all’uso di musica autorizzata e l’output resta confinato all’interno del servizio Udio, garantendo così alle major il controllo sulla distribuzione e sulla monetizzazione.

Nonostante le dichiarazioni ottimistiche delle due aziende sulla “nuova fase”, la reazione degli utenti di Udio è stata tutt’altro che positiva. L’insoddisfazione è esplosa su piattaforme come Reddit e Discord, dove gli abbonati hanno espresso delusione per la rimozione della funzionalità di download musicale. Per molti early adopter, la possibilità di possedere, modificare e distribuire liberamente le loro creazioni AI era l’essenza stessa della piattaforma. Un utente ha emblematicamente riassunto lo sconvolgimento, definendo la mossa non un semplice cambiamento, ma un “ripensamento completo del modo in cui abbiamo costruito la piattaforma da zero”.

Mentre Udio ha tentato di ammorbidire il colpo offrendo crediti gratuiti per incoraggiare la creazione di brani aggiuntivi, l’interruzione del flusso di lavoro e la limitazione dei diritti di utilizzo hanno spinto alcuni utenti a ritirare la loro intenzione di utilizzare la piattaforma. Questo divario evidenzia la tensione fondamentale tra gli interessi economici delle grandi aziende, che cercano di regolamentare e monetizzare l’AI, e il desiderio di libertà e autonomia degli utenti e dei creatori che hanno adottato queste nuove tecnologie sin dalle prime fasi.

Va notato che, sebbene UMG abbia trovato una soluzione con Udio, le controversie legali di Sony e Warner contro Udio, così come le cause contro Suno, rimangono ancora in corso, suggerendo che l’accordo UMG-Udio è solo il primo passo in un processo di regolamentazione molto più ampio e complesso per l’industria musicale nell’era dell’AI.

Di Fantasy