Se avete trascorso anche solo un minuto su Internet questa settimana, e in particolare su X (precedentemente noto come Twitter), è probabile che vi siate imbattuti nella saga ironica della “Willy Wonka Experience Glasgow”. Questa avventura teatrale per bambini, promossa come un’esperienza coinvolgente in un anonimo magazzino scozzese, ha promesso meraviglie al pari di quelle di un film, grazie all’uso generoso di immagini create dall’intelligenza artificiale. Tuttavia, una volta sul posto, i visitatori si sono trovati di fronte a una realtà molto meno incantevole, al punto che qualcuno ha persino chiamato la polizia per denunciare l’abisso tra le aspettative alimentate e la triste realtà dell’evento.

Il caso è stato portato all’attenzione del pubblico lunedì 26 febbraio da un utente di X, Chris Alsikkan, che non ha potuto fare a meno di evidenziare l’ironia di una situazione in cui le immagini artificiali vendevano un sogno che si è rivelato essere un incubo logistico, culminato con richieste di rimborso per i biglietti da 35 sterline a persona.

Ma non finisce qui. Gli utenti di X, spinti da una curiosità insaziabile, hanno scoperto che dietro l’evento c’era Billy Coull, un individuo che sembra fare un uso creativo dell’intelligenza artificiale non solo per promuovere eventi fallimentari ma anche per produrre libri di dubbia qualità su Amazon. E per quanto riguarda gli attori della Wonka Experience? Pare che anche loro siano stati vittime dell’AI, costretti a recitare testi probabilmente generati da un algoritmo.

Questa commedia degli errori si svolge in una settimana in cui l’intelligenza artificiale è sotto i riflettori non solo per i suoi fallimenti ma anche per i suoi successi, come il caso del chatbot di Klarna che, nonostante le impressionanti metriche, solleva dubbi sulla qualità dell’interazione umana che può offrire.

Nel frattempo, personalità come Elon Musk tuonano contro le mancanze di altri prodotti AI, come il chatbot Gemini di Google, per non parlare delle perplessità suscitate da risposte bizzarre fornite da altri assistenti virtuali.

In un contesto più ampio, la settimana ha visto anche rivelazioni su grandi aziende che negoziano l’accesso ai dati degli utenti per addestrare i propri algoritmi di intelligenza artificiale, sollevando questioni etiche e preoccupazioni per la privacy.

In conclusione, la farsa della Willy Wonka Experience Glasgow non è che un piccolo episodio in una settimana ricca di riflessioni sull’intelligenza artificiale, che spaziano dall’etica dell’uso dei dati all’effettiva utilità degli algoritmi nella vita reale. La domanda che rimane è se il settore dell’IA riuscirà a mantenere le promesse fatte o se finirà per deludere, proprio come il triste evento scozzese che ha dato il via a questa riflessione collettiva.

Di Fantasy