Il clima di tensione tra X (precedentemente Twitter), guidato da Elon Musk, e le istituzioni regolatorie europee ha raggiunto un nuovo picco in seguito a un’azione senza precedenti. Appena un giorno dopo che la Commissione Europea (CE) aveva inflitto a X una multa significativa di 120 milioni di euro per la violazione del Digital Services Act (DSA), la piattaforma sociale ha risposto bloccando l’account pubblicitario della stessa Commissione. Questo gesto, ufficialmente motivato da presunti abusi tecnici, intensifica lo scontro sul futuro della regolamentazione dei contenuti e della trasparenza digitale in Europa.

L’accusa mossa da X, attraverso una dichiarazione di Nikita Beer, responsabile dei prodotti, sostiene che la Commissione Europea avrebbe sfruttato una vulnerabilità negli strumenti pubblicitari della piattaforma. Secondo Beer, la CE avrebbe utilizzato questo exploit tecnico per ampliare in modo inappropriato la portata di determinati post, ingannando gli utenti. L’esempio citato è un post contenente la notizia della multa imposta a X, che sarebbe stato mostrato sotto forma di pubblicità in modo tale da farlo apparire come se contenesse un video, inducendo così gli utenti a cliccare. L’amministratore delegato Beer ha sottolineato la presunta ipocrisia delle istituzioni: “X ritiene che tutti gli utenti debbano avere pari voce”, ha affermato, “ma la CE sembra pensare che le regole non si applichino a loro”.

Questo episodio si inserisce in un contesto di crescente attrito tra Musk e Bruxelles. In precedenza, la Commissione Europea aveva formalizzato la sua prima multa ai sensi del DSA, una normativa fondamentale che mira a stabilire standard elevati di sicurezza e trasparenza per le grandi piattaforme digitali. Tra le violazioni contestate a X, la CE aveva riscontrato che il sistema di autenticazione a pagamento Blue Check confondeva gli utenti e aumentava il rischio di frode. Inoltre, la multa era stata imposta per la mancata aderenza di X ai requisiti di trasparenza e accessibilità del suo database pubblicitario. Musk, da parte sua, aveva reagito in modo sprezzante alla sanzione, liquidandola come “una sciocchezza” in un post precedente.

La Commissione Europea ha immediatamente replicato alle accuse di X, negando qualsiasi illecito. Un portavoce della CE ha affermato che la Commissione “utilizza sempre tutte le piattaforme social in buona fede” e che il post incriminato era un normale utilizzo dello strumento “Post Composer”, fornito dalla stessa X. Inoltre, la CE ha messo in dubbio la validità delle affermazioni di X riguardo a un presunto “abuso dell’account pubblicitario”, sottolineando che la Commissione aveva già interrotto l’acquisto di pubblicità a pagamento sulla piattaforma fin dall’ottobre dell’anno precedente.

Lo scontro tra le due parti è destinato a intensificarsi. Da un lato, X e il suo proprietario continuano a sostenere che le normative dell’Unione Europea, in particolare il DSA, sono eccessive, impongono un onere regolatorio sproporzionato e violano la libertà di espressione, un principio caro a Musk. Dall’altro lato, la Commissione Europea è determinata a far rispettare il DSA per tutelare i consumatori, garantire un ambiente digitale più sicuro e imporre trasparenza sui sistemi di moderazione e pubblicità delle piattaforme di dimensioni molto grandi. L’azione di blocco dell’account pubblicitario, sebbene di portata limitata, è interpretata come una mossa altamente simbolica di sfida, che trasforma una disputa normativa in un aperto conflitto sulla giurisdizione e sull’autorità nel campo del digitale.

Di Fantasy