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In un contesto in cui le tecnologie di sorveglianza si fanno sempre più “intelligenti”, C-Lab — guidata da Se-hyeok Yoon e Jeong-hwan Chae — ha annunciato il lancio di XAIVA Cloud, un servizio basato su cloud che combina l’analisi video con l’intelligenza artificiale per rafforzare la sicurezza, aumentare l’efficienza e dare risposte in tempo reale nei punti vendita. È una proposta pensata in modo particolare per chi gestisce attività di scala ridotta: piccoli negozi, esercizi commerciali locali, catene contenute che vogliono un’“AI sorvegliante” senza dover rivoluzionare tutta la propria infrastruttura.

L’idea di base è affascinante: non sostituire le telecamere, ma potenziarle. XAIVA Cloud si integra con i sistemi CCTV esistenti — quindi non richiede necessariamente l’installazione di nuove apparecchiature — e aggiunge una “intelligenza” che monitora, analizza e segnala in modo automatico. Secondo C-Lab, il sistema è in grado di riconoscere anomalie come effrazioni notturne, danni agli espositori o situazioni di rischio per i clienti, inviando allarmi via KakaoTalk (una piattaforma fortemente utilizzata in Corea) o notifiche push direttamente sull’app mobile.

Un aspetto che colpisce è la velocità: l’azienda afferma che l’analisi richiede meno di 0,01 secondi per fotogramma, con una precisione media nel riconoscimento delle anomalie del 99%. Questo significa che, durante l’orario d’apertura e in orari critici come la chiusura serale, XAIVA Cloud può funzionare come una presenza “attiva”, pronta ad avvisare quasi simultaneamente quando qualcosa non va. In più, il sistema offre visione operativa: conteggio delle persone entranti e uscenti, monitoraggio della congestione negli orari di punta, parametri utili per decidere quando rafforzare il personale o modificare l’orario di apertura.

Dal punto di vista economico, XAIVA Cloud si propone come alternativa più accessibile rispetto ai servizi CCTV tradizionali. C-Lab sostiene che, grazie all’uso dell’infrastruttura esistente e a un modello in abbonamento mensile, i costi iniziali si riducono e l’offerta è più economica di oltre il 40 %. In altre parole, un business locale potrebbe dotarsi di funzioni di sorveglianza “potente” senza dover investire migliaia di euro in attrezzature o cablaggi.

Il CEO Yoon sottolinea che il servizio è pensato per alleggerire il carico operativo di piccoli imprenditori, offrendo sicurezza “automatica” e dati utili senza che occorra ciascuno diventare un esperto di AI. L’idea è che chiunque, con poca competenza tecnica, possa attivare un sistema che lavora “dietro le quinte” e interviene al bisogno. In futuro è prevista anche una versione mobile, già in lavorazione per Android e iOS, che permetterà di controllare i feed e ricevere notifiche direttamente dallo smartphone.

Il progetto è indubbiamente promettente, ma come ogni scommessa tecnologica si porta dietro questioni che meritano attenzione. La prima riguarda la riservatezza e la privacy: un sistema di sorveglianza intelligente che monitora automaticamente comportamenti e anomalie deve essere attentamente regolato per non trasformarsi in strumento di abuso. Le leggi locali (in Corea, in Europa, in altri paesi) su videosorveglianza e protezione dei dati personali impongono limiti sull’uso delle telecamere e sulle modalità di conservazione delle immagini e delle analisi.

Poi c’è la questione della robustezza in ambienti reali: telecamere con campo visivo variabile, condizioni di illuminazione difficili, ostacoli visivi temporanei (ombre, oggetti che passano) e perturbazioni ambientali possono generare falsi positivi o negativi. Se il sistema invia troppe notifiche imprecise, gli utenti rischiano di disattivarlo per “rumore”. Mantenere un’elevata precisione in ogni condizione è una sfida costante.

Un punto cruciale è la dipendenza dalla connettività e dalla latenza: per funzionare in tempo reale con notifiche push, il servizio deve avere una connessione stabile e veloce. In zone con rete debole o interruzioni, potrebbe esserci ritardo. Inoltre, l’elaborazione “in cloud” rende vulnerabile l’operatività a problemi di server, connessioni o manutenzione.

Un altro aspetto è quello della scalabilità e del carico elaborativo: processare video ad altissima velocità da molte telecamere contemporaneamente richiede risorse computazionali significative. Se molti negozi attivassero XAIVA simultaneamente, il sistema centrale deve essere in grado di reggere il flusso senza degradi.

Infine, vi è la questione della gestione degli alert e dell’intervento umano: un sistema che segnala anomalie non può sostituirsi all’azione umana, ma deve integrarsi con protocolli operativi efficaci (chi avvisa, chi interviene, quando ignorare un allarme). Se l’utente riceve una notifica notturna per un falso allarme e deve andare a controllare, il sistema perde credibilità.

XAIVA Cloud si inserisce in un mercato in rapida evoluzione: in Corea e nel resto del mondo, l’adozione di soluzioni AI per la sorveglianza cresce, soprattutto in contesti urbani, retail, imprese piccole e medie. XIILab, azienda coreana specializzata in AI video, ha un’offerta chiamata XAIVA per analisi video su larga scala. (Il nome è lo stesso che C-Lab utilizza per “XAIVA Cloud” nel servizio annunciato).

In questo scenario, la differenziazione deriva dalla facilità d’uso, dalla precisione, dal costo e dall’integrazione facile con quanto già presente in un negozio. Se C-Lab riuscisse a bilanciare questi elementi, potrebbe conquistarsi una nicchia importante nel settore retail, franchising, catene di negozi indipendenti che cercano soluzioni “intelligenti” ma a costo contenuto.

Di Fantasy