OpenAI e Apple in Trattative con Editori per le Licenze Notizie: Una Situazione in Evoluzione
OpenAI e Apple sono entrambe coinvolte in trattative con editori di media per ottenere licenze per l’utilizzo dei loro articoli di notizie nell’addestramento dei loro avanzati modelli linguistici. Questo sviluppo mette in evidenza il crescente interesse delle aziende tecnologiche nell’acquisizione di contenuti editoriali, ma anche le sfide che si presentano nel negoziare accordi con gli editori.
OpenAI ha offerto alle società di media un compenso che oscilla tra 1 milione e 5 milioni di dollari all’anno per ottenere le licenze per i loro articoli. Questo rappresenta una potenziale sfida nelle trattative, poiché alcune fonti coinvolte segnalano che gli importi proposti possono non essere sufficienti a soddisfare le aspettative degli editori.
Dall’altra parte, Apple sta anche negoziando con gli editori, offrendo un compenso più cospicuo, ma al contempo cercando diritti più ampi per l’utilizzo del contenuto. Questa mossa suggerisce che Apple sta cercando di ottenere un accesso più esteso ai contenuti editoriali rispetto a OpenAI.
Questa situazione ricorda i negoziati avvenuti in passato tra le grandi società tecnologiche, come Facebook e Google, e gli editori per l’acquisizione di licenze per l’utilizzo dei contenuti editoriali nei social media e nei motori di ricerca. Tali accordi avevano sollevato preoccupazioni tra gli editori, in quanto avevano diminuito i pagamenti che queste piattaforme offrivano in passato per l’utilizzo dei contenuti editoriali.
Recentemente, il New York Times ha intentato una causa contro OpenAI e Microsoft, il partner di OpenAI, per violazione del copyright. Questo è avvenuto dopo trattative fallite per stabilire un compenso equo per l’utilizzo dei contenuti. Questo caso potrebbe rappresentare un precedente importante, suggerendo che gli editori potrebbero intraprendere azioni legali contro gli sviluppatori di intelligenza artificiale in futuro.
OpenAI, tuttavia, ha espresso la volontà di collaborare con i creatori e i proprietari di contenuti per reciproco vantaggio e si dice fiduciosa in una risoluzione amichevole della controversia. La società sta già collaborando con diversi editori e cerca di concludere accordi simili a quelli già firmati con Axel Springer e Associated Press.
Apple, d’altra parte, sta avvicinandosi a trattative pluriennali del valore di almeno 50 milioni di dollari con diverse testate giornalistiche.
In tutto questo, Google sta anche sviluppando i suoi modelli linguistici avanzati per il consumatore e le imprese, ma è in ritardo rispetto a OpenAI e Apple nell’ottenere accordi di licenza con gli editori. Tuttavia, le solide relazioni di Google con gli editori, specialmente attraverso prodotti come Google News, potrebbero conferirle un vantaggio unico in questa situazione.
La questione della violazione del copyright nello sviluppo dell’intelligenza artificiale non riguarda solo OpenAI; altri sviluppatori di modelli linguistici avanzati affrontano sfide simili. La causa intentata dal New York Times contro OpenAI è considerata particolarmente rilevante a causa delle prove letterali presentate come elemento di prova. Se il New York Times dovesse vincere, potrebbe richiedere danni ingenti, superando i 750 milioni di dollari, considerando l’ampio corpus di contenuti registrati.