Cresce l’ecosistema italiano dell’Intelligenza Artificiale (AI): nel 2021 ha siglato un accordo con un +27%, un aumento di 380 milioni di euro, un valore raddoppiato nell’anno successivo, per il 76% dei lavori commissionati dagli stampatori italiani , e il restante 24% proviene da progetti esportati.


C’è però una complicazione nell’adozione: se il 60% delle grandi aziende  hanno intrapreso almeno un progetto di IA, sono solo il 6% fra le Pmi.
 Il 95% dei consumatori italiani ha già sentito parlare di AI, anche se solo il 60% ha capacità di riconoscerla nei prodotti o servizi che utilizza. In generale, l’80% esprime un giudizio positivo sull’Intelligenza Artificiale, anche se emergono preoccupazioni legate alla privacy, al lavoro e all’etica.

Questi sono i risultati di una ricerca dell’Osservatorio Intelligenza Artificiale della School of Management del Politecnico di Milano.


Secondo la ricerca, un terzo del mercato italiano dell’AI (35%) riguarda progetti di algoritmi per analizzare ed estrarre informazioni dai dati, ambito che con la pandemia ha segnato una delle crescite maggiori, +32% rispetto al 2020. Seguono le soluzioni per l’interpretazione del linguaggio naturale con il 17,5% del mercato (+24%) e gli algoritmi per suggerire ai clienti contenuti in linea con le preferenze con un’incidenza del 16% (+20%). In forte crescita con +34% i chatbot e assistenti virtuali, si aggiudicano l’10,5% degli investimenti e le iniziative di Computer Vision, che analizzano il contenuto di un’immagine in come contest la sorveglianza in luoghi pubblici o il monitoraggio di una linea di produzione (11% degli investimenti, ma in crescita del 41%).


Gianni Miragliotta e Nicola Gatti, direttori dell’Osservatorio Intelligenza Artificiale, hanno osservato che “la Commissione Europea ha presentato una proposta di regolamento, mentre l’Italia ha introdotto un Programma Strategico aggiornato. Il prossimo passo è introdurre un monitoraggio successivo, che includerà meccanismi di governance anche.”.

Di ihal