È stato recentemente pubblicato un libro che esplora la rivalità tra Sam Altman di OpenAI e Demis Hassabis di Google DeepMind, due figure chiave nella corsa per sviluppare l’intelligenza artificiale generale (AGI). L’autore, Parmy Olson, descrive i due come se avessero “venduto l’anima” alla Big Tech per raggiungere i loro obiettivi.
Il libro, intitolato Supremacy, è stato presentato il 7 settembre dal Financial Times. Olson, ex giornalista tecnologico con oltre 15 anni di esperienza, analizza la competizione accesa tra OpenAI e Google, focalizzandosi su Altman e Hassabis.
Altman è descritto come un brillante imprenditore e appassionato di poker, noto per il suo lavoro con Y Combinator, che ha aiutato a lanciare molte aziende di successo nella Silicon Valley. La sua passione per l’IA lo ha portato a co-fondare OpenAI con l’obiettivo di sviluppare l’AGI.
Hassabis, invece, è un prodigio degli scacchi e ricercatore che ha studiato informatica a Cambridge e neuroscienze a Londra. La sua carriera è iniziata nel design di videogiochi e il suo interesse per l’IA è stato influenzato dai suoi studi accademici e dalla sua fede battista.
Entrambi hanno iniziato con l’intento di utilizzare l’IA per il bene dell’umanità, ma hanno finito per essere coinvolti nel mondo della grande tecnologia. DeepMind è stata acquistata da Google nel 2014 e OpenAI ha formato una partnership con Microsoft l’anno scorso. Olson definisce questo accordo un “contratto faustiano,” suggerendo che i due hanno sacrificato i loro ideali per il potere e il denaro, diventando rappresentanti degli interessi di grandi aziende piuttosto che dell’umanità.
Olson critica il fatto che entrambe le società abbiano trascurato preoccupazioni come pregiudizi, discriminazione e privacy, e che OpenAI, nonostante il suo nome, operi in modo molto chiuso. Questo è diventato evidente anche dopo la controversa cacciata di Altman nel novembre scorso.
L’autore conclude che sono necessari controlli ed equilibri significativi per garantire che l’IA sia una benedizione e non una maledizione. Utilizzata saggiamente, l’IA può affrontare grandi sfide come il cambiamento climatico e le malattie, ma se non controllata, può amplificare i lati oscuri della nostra natura. Olson cita Sant’Agostino: “L’errore è umano, ma l’ossessione per l’errore è demoniaca.”